giovedì 10 febbraio 2011

Being Human 3x01

Lo ammetto. Fino a qualche anno fa snobbavo le serie inglesi. Ero convinta che soffrissero di un po' di provincialismo e che tanto non ci avrei capito niente perché, non me ne voglia Her Majesty, ma quell'accento un po' chiuso non è proprio semplicissimo da capire. Poi ho iniziato a vedere Being Human e anche se sembrava lì per lì una barzelletta che non fa ridere (ci sono un vampiro, un licantropo e un fantasma che vivono nella stessa casa) a me le storie di vampiri piacciono, quelle dei fantasmi ancora di più e quelle dei lupi mannari per niente, ma vabbè, in fondo vincevano due a uno. Being Human è un po' triste, perché a volerci vedere delle metafore è in fondo la storia di tre ragazzi molto soli e un po' disadattati che fanno amicizia proprio grazie a questa condizione di border line e diventano tanto ma tanto BFF (condizione di diversi esplicitata magistralmente nella prima stagione quando il vicinato li crede dei pedofili e li perseguita). Poi, invece della solita ambientazione londinese, loro vivono nella periferia di Bristol che, insomma, non è proprio un posto allegro e ovviamente si portano dietro dei grandi drammi (Annie il fantasma è stata uccisa dall'ex fidanzato, George è stato aggredito e si è risvegliato lupo mannaro con tanti problemi e Mitchell è un vampiro sopraffatto dal senso di colpa per aver sterminato mezza Inghilterra) ma non si prendono mai troppo sul serio, sono molto ironici e bevono un sacco di cup of tea. A Being Human ci sono tanto affezionata perché mi ha fatto scoprire le serie inglesi, ormai i prodotti che guardo con più attenzione, e poi a me questa programmazione da 8 puntate di un'ora non dispiace, invece dei soliti 22 episodi di cui alla fine due terzi sono dei filleroni enormi (qualcuno ha detto “sesta stagione di Supernatural?”). E così, tra personaggi bellissimi, grandi emozioni e fotografia cupissima ma che così blu non l'avete mai vista, siamo arrivati alla terza stagione che ristabilisce l'equilibrio sconvolto dal finale della seconda (anche se io il ritorno di Annie l'avrei tirato per le lunghe ancora per un po' e vedere Mitchel andare fuori di testa non mi piace granché). L'unico grande cambiamento riguarda proprio Bristol: perché i nostri si sono trasferiti in... wait for it... Galles! E niente, insomma, il Galles sembra triste tanto quanto, quindi la differenza non si sente.
Tra l'altro, la scorsa stagione finiva con Daisy e quella vampira odiosa che Mitchell aveva sdentato (!) che facevano una specie di rito per far risorgere Herrick, o sbaglio? Non pervenuto.

Note inutili
  • l'attore che impersonava Owen, l'ex di Annie, l'ho incontrato per caso l'estate scorsa a Notting Hill ma a parte fissarlo con sguardo ebete non ho fatto niente
  • George è protagonista di un'altra serie molto carina, Him&Her, che prima o poi recensisco
  • Mitchell ha interpretato il pittore Dante Rossetti nella miniserie Desperate Romantics che consiglio perché è divertentissima e anche questa prima o poi la recensisco
  • Annie che io sappia non ha fatto nient'altro, cioè ha fatto sicuramente qualcosa ma non ne so nulla.
Note dolenti.
Pare che anche in America stiano apprezzando tantissimo la televisione britannica, ma siccome sono americani e un pochino megalomani, loro non si limitano a prenderle e ritrasmetterle. No. Loro le serie inglesi le rifanno. Paro paro. Perché? Che senso ha? Anche loro fan fatica a capire l'accento? Ma due sottotitoli no?? E quindi hanno rifatto anche Being Human. E, insomma, in questa versione US è tutto un po' troppo pulitino: saranno gli attori (il vampiro è un mix tra Edward Cullen e Stefan Salvatore, che è tutto dire e non ha niente della tragicità di Mitchell), sarà il fatto che i due protagonisti non fanno i lavapavimenti ma fanno gli infermieri (mentre nell'originale questo è un punto importantissimo, il fatto proprio che svolgano per scelta un lavoro che li fa sentire invisibili e al sicuro dal giudizio della gente), sarà l'ambientazione finto squallida in realtà patinatissima che vuole un po' rifare la Bristol scrostata, ma questa versione americana non convince. Più che altro perché è un filo inutile. Mi spiego: non ci fosse stato il Being Human inglese, direi che non è il massimo ma c'è di peggio, siccome però so com'è il vero Being Human non posso fare a meno di far paragoni e mi dispiace, ma non c'è gara. Quindi, in sintesi: la versione americana è carina ma insipida, quella inglese ha personalità da vendere. Quale vi guardate?

Note inutili alle note dolenti.
Being Human US è solo l'ultimo esempio di serie inglese rifatta in America. Ricordo Life on Mars e, sempre ultimamente, Skins.
Devo confessare comunque che la settimana scorsa ho visto la prima puntata di Shameless e mi è piaciuta tantissimo (sarà stato William H. Macy svenuto per tre quarti di episodio?) e solo dopo ho scoperto che è il rifacimento di una serie omonima, ovviamente inglese, che è già tipo all'ottava stagione e ora non so bene quale guardarmi. Son problemi.

Postilla necessaria.
Va bene tutto, ma che nessuno osi rifare Misfits.

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