giovedì 11 luglio 2013

La vita fa schifo e whatever


La vita fa schifo e whatever. E per celebrare questa verità il mio amico Umberto e io abbiam scritto un manualetto che dovrebbe parlare di lavoro e di come trovarlo, in realtà parla più che altro di depressione post coitum, sex pistols, il pupazzo uan, anni '90 e abuso di televisione. Lo vendiamo in formato ebook qui e come direbbe un promoter di sorgenia che cerca di venderti il contratto gas, COSTA MENO DI UN CAFFE', SIGNORA!


E se il titolo ammiccante ancora non vi ha conquistato, questo è l'incipit


"Regola fondamentale della convivenza civile: “Non chiedere mai a un trentenne che cosa fa nella vita, né che cosa vuol fare”. Succedono cose brutte se si fa questa domanda. È come dire al tipo barra tipa con cui stai uscendo per la prima volta che sei innamorato di lei barra lui. Succede un casino e la serata diventa imbarazzantissima per entrambi. Quando fai la Domanda a qualcuno, lo obblighi a mentire. Gli fai venire in mente cose orrende. Esempio: sei a casa di amici, vi state bevendo una cosa e la serata prevede divano, televisione, stronzate e pensieri dignitosamente azzerati. C’è un tipo nuovo che non conosci. In un momento di silenzio passi in rassegna le domande che si fanno quando non si sa che domande fare, tipo chiedere che tempo farà domani, ma alla fine ti esce questa:
“E tu che cosa fai nella vita?” 
Scende un silenzio freddissimo. Poi lui risponderà qualcosa del genere:

  • “Eh”/ “Mah”
  • “Ho dei progetti”
  • “Sto in un posto ma non è una cosa definitiva”
  • “Sono a un bivio. Sono indeciso fra un posto a Pinerolo o emigrare in Sudafrica”
  • “Voglio fare l’astronauta / lo scrittore / il guardaparchi”
  • “Intendi dire che cosa farò domani?”
  • “Mi sto muovendo in alcune direzioni”
  • “Hai letto sul Fatto? C’era un articolo interessantissimo su...”


Può perfino capitare che faccia finta di rispondere al telefono, dica “Oh mio dio, ma è grave?” e poi scappi via. Comunque è del tutto evidente che nessuna delle possibili risposte rappresenta quello che davvero sta pensando mentre risponde. Ecco cosa succede. Si sente accusato. Perché lui o lei in questo momento sta:

  • Facendo un cazzo di stage di sei mesi più due non pagato oppure uno stage di tre mesi pieno di trasferte   che si paga da solo
  • Risponde al telefono e dice ogni trenta secondi “Buongiorno, sono Poldo, come posso aiutarla?”
  • Non fa niente di niente e sta in casa tutto il giorno inventandosi hobby inverosimili
  • Sta facendo un lavoro fighissimo ma lo pagano da cani e il contratto gli scade fra tre giorni e lo lasceranno a casa con una scusa a caso
Troppo lavoro soldi zero, soldi zero lavoro zero, oppure, nel caso di famiglia ricca, tanti soldi in assenza di lavoro (con conseguenti sensi di colpa, a meno che non sia un coglione completo). O perfino lavoro accettabile e soldi decenti, ma per motivi del tutto inverosimili vorrebbe soltanto essere altrove e medita di mettersi a fare il contadino. Soddisfazioni niente, va da sé. Autostima a zero. Irritazione a mille. Palle che girano vorticosamente. Non è da escludere che la notte sogni ricorrentemente di uccidere il suo capo/ uccidere il suo computer/ uccidersi da solo. Non appena sente la Domanda, ha la certezza insopportabile che, anche se non sa nulla di quello che tu fai, sicuramente è messo peggio di te. Tutti motivi per cui l’unica risposta sincera che potrebbe dare è: “Fatti i cazzi tuoi e vaffanculo”.
Poi diventerà triste. La cosa peggiore è che anche tu nel momento in cui fai la Domanda Fondamentale diventi triste. È una domanda pericolosissima e se ne tira dietro altre mille:
  • Sei sicuro di ricordarti di tutti i lavori che hai fatto?
  • Se ti chiedessero di dire che lavoro facevi diciotto mesi fa senza lasciarti il tempo di
    pensare, sapresti rispondere?
  • È normale che per te la “casa” sia solo una camera lercia che nemmeno nei film con gli
    studenti fattoni?
  • Sei proprio sicuro di farcela con l’affitto senza chiedere nulla ai tuoi genitori?
  • È sano vivere ancora a casa dei tuoi?
  • Che cosa facevano loro alla tua età? (probabilmente iniziavano a preoccuparsi nel vederti tornare troppo tardi il sabato sera)
    Che cosa diavolo è il futuro?
Chiedere a qualcuno che cosa sta facendo e che cosa vuol fare è come dichiarare che gli hai trovato della pornografia infantile sul computer. Il fatto è che le generazioni precedenti erano così fissate col progresso e col benessere che ci hanno lasciato in eredità il dovere morale di essere strafelici. Le generazioni precedenti erano anche fissate col fatto che il lavoro è l’unico modo verosimile per diventare felici. Ora siamo tutti qui a cercare come degli invasati il lavoro che una volta che lo hai iniziato ci pensi e dici “Oh, sono felice”. Nel frattempo, ce ne basterebbe uno di cui non doverci vergognare. E nel frattempo che cerchiamo un lavoro di cui non doverci vergognare, ci basterebbe averne uno. Uno qualsiasi."

lunedì 25 febbraio 2013

Everything comes to an end – Pure Fringe


Fringe è finito. E io tiro un sospiro di sollievo. Nell'universo parallelo in cui vivo, costituito solo da un divano e uno schermo da 13 pollici, non ho mai avuto una relazione così altalenante come quella che ho avuto con questa serie. È andata più o meno così:
vedo il pilota e urlo al capolavoro - vedo metà della prima stagione e voglio tagliarmi le vene dalla noia - passano anni - pare che la serie sia entrata a far parte del genere “no mai poi diventa bello” - e allora la riprendo - mi faccio due palle con dei filler che manco i polizieschi di italia uno del mattino negli anni '90 - poi all'improvviso tutto diventa fighissimo - poi di nuovo noioso - poi di nuovo fighissimo - e poi finisce
E tra l'altro finisce con dei plot hole e incasinamenti temporali che manco Moffat con l'undicesimo dottore e River Song*. Quindi, in linea con la confusione della serie, visto che non so dire se alla fine è bella o brutta, ma forse è solo un grande BOH, faccio un elenco casuale delle cose che di Fringe non dimenticherò mai. A metterle insieme con sotto due giri di chitarra ci potete costruire una canzone di Vasco Brondi.
Legenda: ROSSO vuol dire BRUTTO. VERDE vuol dire BELLO. E non vi offendete se l'ho spiegato*.
I capelli mosci di Olivia: partiamo dal peggio. Perché ti puoi pure sprecare per fare degli effetti speciali decenti, creare un universo parallelo coi dirigibili, scritturare Pacey, però se poi non chiami un parrucchiere decente per la protagonista, allora tutta la baracca rischia di crollare da un momento all'altro.
L'universo parallelo coi dirigibili: sì, sì, e ancora sì. Perché il rischio “na specie di x-files” era dietro l'angolo e allora Fringe ha abbracciato la fantascienza e ha tirato fuori gli universi paralleli. Coi dirigibili. Di nuovo sì.
Pacey: da vivace testa calda di Capeside* a cazzuto consulente dell'FBI, piccolo genio, figlio d'arte, love interest. Lui sì che ha sempre avuto dei bei capelli.
I vermoni: in ogni fottuto filler, quindi in sostanza l'80 per cento della serie, il problema era un vermone. Li abbiamo visti fuoriuscire dalle bocche, far scoppiare stomaci, attaccare ignare comparse non parlanti. L'inizio di puntata classico era di solito un povero sfigato che sentendosi poco bene si guardava allo specchio e notava insoliti movimenti intestinali. E tu spettatore ti ritrovavi a pensare: no, un altro vermone no.
I vermoni: nell'ultimo episodio, i nostri utilizzano i vermoni per far fuori un po' di Osservatori. Ho apprezzato che il protagonista morale di questa serie sia stato riutilizzato in un ruolo chiave anche nel series finale.
Gli Osservatori: grosso win per i pelatoni incravattati, da mistero misterioso di numerose stagioni a super cattivoni del finale.
La quinta stagione: mandando affanculo il concetto su cui si fonda la serie (filler e vermoni), Fringe fa un salto in avanti di 20 anni e trasforma l'ultima stagione in un grosso finalone di 13 episodi in modalità futuro post-apocalittico.
La quinta stagione: bello eh, però ci sono un botto di cose delle stagioni precedenti che non son state spiegate. Tipo i Primi Uomini, chi minkia è Sam Weiss, perché Broyles e Nina Sharp hanno limonato (brrrr). Urlando un grosso chissenefotte Fringe lascia perdere e ci regala una stagione (quasi) priva di filler e (quasi) piena di azione.
Vincono i sentimenti: nell'ultima puntata Walter si sacrifica e accompagna baby osservatore nel futuro, per farlo vedere ai big osservatori e far loro capire che non devono diventare per forza degli stronzi. In questo modo gli osservatori mai andranno in avanscoperta nel passato ai tempi di Peter bambino, quindi September non potrà mai salvargli la vita, quindi allora come cazzo è possibile la scena finale Peter, Olivia e bimbetta al parco felici? Però vincono i sentimenti eh.
Astrid e la mucca: non ho commenti particolari.

Ciao Fringe, ce la siamo vista.

*Per chi non sapesse di cosa sto parlano (shame on you, guys): praticamente il Dottore incontra per la prima volta River Song poco prima che lei muoia, ma per lei invece quella è l'ultima volta. Quindi in sostanza, a ogni incontro successivo in giro per l'universo lei ringiovanisce e lui invecchia. Na roba così. Comunque non si capisce mai a che punto stanno.
*Anche perché considerati gli universi rosso e normale (blu? Non ricordo) presenti nella serie uno si poteva pure confondere.
*Cit. da Zero Calcare, in una striscia che non riesco a trovare.

lunedì 4 febbraio 2013

Una lucida analisi sul fenomeno Girls


Dopo mesi di silenzio, torno a scrivere sul blog per dire una cosa e dirla ad alta voce:
Lena Dunham non vale un cazzo.

Poi volevo anche dire che anche se Lena Dunham non vale un cazzo non importa poi molto, perché ormai è famosa, è di moda, è hipster e soprattutto ha la ciccia e non se ne cura. Quindi che sappia o non sappia fare televisione (volevo scrivere “dare l'affresco di un'epoca”, ma no, non è il caso) non conta niente.

Ecco ora che mi son tolta questo dente, scrivo due righe veloci sul tema:
un po' di serie nuove che ho visto questo weekend dopo essermi data malata al lavoro


House of cards
C'è Kevin Spacey che fa il politico cattivo e ogni tanto guarda in macchina e spara battute epiche. Non ho molto altro da dire su questa serie che si preannuncia essere un West Wing dove sono tutti stronzi, gli intrighi di potere sono all'ordine del giorno e la gente vive in case lussuose coi divani beige stranamente sempre pulitissimi, nonostante il beige abbia come diretta conseguenza la classica macchiademmerda (gelato, scarpe, sostanze non identificabili, ectoplasma, roba così).
Comunque la puntata m'è piaciuta parecchio.


Do no Harm
Dottorino perfettino e noioso durante il giorno, si trasforma in tizio cattivissimo la notte. Ok, cattivissimo si fa per dire perché per ora l'alter ego notturno ha: fumato sigarette, trattato male una tizia e bevuto come un dannato. All'incirca il comportamento medio di un qualsiasi maschio eterossessuale tra i 20 e i 35 anni. Quindi forse quello con un problema è il tizio diurno, salutista e palloso. E fattela na risata.
Comunque, anche se in giro c'era di meglio, l'episodio non è malaccio.


The Following
Kevin Bacon ex poliziotto alcolizzato torna in campo per stanare una sua vecchia conoscenza, aka serial killer fissato con Edgar Allan Poe, attualmente in carcere ma in grado di fondare una setta di seguaci, disposti a uccidere e far casino a nome suo. La particolarità di questo pilota è che si distanzia notevolmente da altre serie sul tema ex poliziotto alcolizzato torna in campo per stanare serial killer, più che altro perché per tutto l'episodio non sai bene cosa aspettarti. Il che è già qualcosa. Soprattutto, i personaggi sembrano avere un abbozzo di tridimensionalità molto interessante. Ovvio, qualcosa di prevedibile c'era, vedi (per chi l'ha visto) i telefonatissimi vicini gay, perché se non servono a un cazzo o non si rivelano dei serial killer a loro volta, non vedo il motivo di introdurre così bene i vicini di casa della probabile prossima vittima.
Comunque, The Following ha tutte le potenzialità per diventare o fighissimo o un'emerita cazzata.


Banshee
Banshee probabilmente una cazzata lo è già, ma io sto facendo finta di niente. C'è un tizio figo, muscoloso e di poche parole che viene scarcerato dopo 15 anni e la prima cosa che fa è andare a trovare la sua ex compagna di furti, che si è rifatta una vita con tanto di marito, figli e villetta con la staccionata. Lui ancora la ama e c'è pure una palesissima possibilità che la figlia quindicenne della tizia sia sua, quindi per una successione di eventi che non ho voglia di raccontare lui assume l'identità del nuovo sceriffo e si trasferisce definitivamente sul posto. Nelle puntate successive mena gente a caso, continua a parlare poco, si fa una tizia amish. Ah sì perché ci sono gli amish, e un tizio ex amish, diventato il più ricco della città, ora smercia in droga e prostitute e chissà cos'altro e il neo-sceriffo prima o poi lo incastrerà.
Comunque, Banshee è fracassone e abbastanza inverosimile, però ci sono gli amish e un protagonista che è un piacere per gli occhi, quindi Banshee ha il mio voto.


The Carrie Diaries
Ho letto in giro critiche positive su questa vaccata. E ho anche letto cose tipo “sì ma non si può paragonare a Sex and the City”. Non si può paragonare? E perché? Questi hanno tirato fuori una serie su Carrie adolescente e io non posso paragonarla a Carrie adulta? Quindi sì, The Carrie Diaries mi ha fatto particolarmente cagare, proprio in relazione alla serie madre. La piccola Carrie è odiosetta e scema, i vestiti sono ridicoli, c'è Martha Jones assunta solo perché ha l'accento inglese, inutili drammi famigliari sul tema “sei in punizione” e un love interest bambino con dei capelli imbarazzanti.
Comunque, io non smetterò mai di guardare The Carrie Diaries. Perché niente e nessuno al mondo mi impedirà di sprecare il mio tempo davanti a una ridicola serie per adolescenti della CW.  

lunedì 3 settembre 2012

Sorkinismo, alieni, smarmellamenti e liceali idiote

In tema con la costruzione media di OGNI FOTTUTA PUNTATA di The Newsroom, eccovi un bel flashback. Del post che avevo scritto ad agosto e poi non avevo mai pubblicato perché la vita fa schifo e cose così. Un attimo che faccio partire l'effetto smarmellato... ecco. Enjoy.


Ci sono cose che non capisco e probabilmente non capirò mai. Tipo il finale di Lost, la quarta stagione di Fringe, la cancellazione di Firefly. Ma soprattutto non capisco dove vanno i pensionati la mattina. È uno di quei misteri di cui non si parla, che pare quasi brutto fermare l'anziano che ti frega il posto sull'autobus alle sette e mezza e chiedergli “Oh nonno, ma dove cazzo stai andando?”. Sarà che io mi immagino un'idilliaca vita in pensione in cui dormo e cazzeggio davanti al computer, ormai libera da quelle questioni considerate universalmente importanti tipo “farmi un futuro”, che non capisco perché uno, superati i 70, debba per forza infilarsi su un autobus affollato all'alba (d'estate con 30 gradi, d'inverno a meno 15) invece che starsene a dormire. Ma dove vanno? Sono intorni a noi? Ci osservano? Non vogliono che ci sediamo comodi perché se no ci rammolliamo?
In sostanza in questi giorni sono in ferie forzate, nel senso che non le dovevo fare e me le hanno date e così invece di andare a fare un viaggio, scoprire me stessa, sperperare tutti i 182 euro che ho sul conto in banca in mojiti su spiagge lontane, son stata a casa e ho fatto maratone di Fringe. Quindi ora come ora sono un po' paranoica. Però, non dovendomi alzare all'alba e pormi domande sulle reali intenzioni dei settantenni sui bus, ho ripreso il mio classico fuso orario di tokio da sessioni telefilmiche intense. Tipo stamattina, alle 5 e mezza, quando mi son detta: “dai bon, mi guardo ancora l'ultima di The Newsroom e poi dormo”.

The Newsroom

In sostanza, per farla breve, The Newsroom è abbastanza brutto. Però ha ritmo e quando lo guardi non ti annoi, quindi è difficile accorgersene. Di questa serie potrei scrivere per ore, sparando mille supercazzole sulle REALI INTENZIONI DI SORKIN. Io credo che Sorkin, come all'incirca tutti gli scrittori che vogliamo definire tali, sappia scrivere una e una sola storia. E finora l'ha sempre fatto da dio. A sto giro, no. O perlomeno finora, ha toppato. L'impressione che ho guardando The Newsroom è questa: se ci fosse un manuale intitolato “Sorkinism: come scrivere una serie televisiva di Aaron Sorkin in 10 passi” e venisse regalato al primo che passa e che cercava solo il bagno, ordinandogli due stagioni, beh questo tizio tirerebbe fuori alla fine The Newsroom. Magari gli verrebbe un filino meno retorica, forse. Il punto è che nelle precedenti opere di Sorkin i personaggi, prima di tutto, soprattutto, avevano anima. Venivano fuori dallo schermo da quanto erano tridimensionali. Qui, no. Sono piatti, marionette mosse da un dio impazzito di Sorkinismo. E ogni volta che dicono una battuta quasi mi aspetto che si girino verso l'obiettivo dicendo “ehi, quanto era da West Wing questa?”.


Falling Vermoni Giganti Skies

Tra le cose che non capisco c'è anche il fatto che quest'anno mi piace Falling Skies. Sì, sì, proprio la serie che ho preso per il culo tutta l'estate scorsa. Quella con gli alieni vermoni, il dottor Carter e noia a fiumi. E invece no. E invece sai che questa seconda stagione non è male? Forse il motivo è uno e uno solo: succede qualcosa. Tipo che ho anche visto puntate diverse l'una dall'altra, un pochino di evoluzione dei personaggi, qualche mistero neanche messo su malaccio. Insomma, una serie estiva completamente inutile. Che è tutto quello che voglio dalla vita ad agosto, in città.


Pretty Little Liars

Veniamo alla serie che mi ha cambiato la vita. Per chi non conoscesse questo capolavoro, riassumo: ci sono 4 ragazzine del liceo che una volta avevano un'amica comune che le trattava malissimo, gli fregava i vestiti, diceva “siete grasse!” e aveva un sacco di segreti. Quest'amica comune viene trovata morta, uccisa. Chi è stato? Secondo me son state loro e non se lo ricordano perché sono troppo idiote, ma gli autori purtroppo continuano a sfanculare la mia tesi mettendo in mezzo un misterioso personaggio chiamato A (leggi: EI). EI sostanzialmente manda sms misteriosi, organizza trappole stupidissime e terrorizza le 4. Che dal canto loro sono 3 stagioni che invece di andare SUBITO alla polizia (scene di isterismo duranti gli episodi, io in preda al deliro che urlo “Ma andate dalla polizia cazzo!!!”) pensano bene di tenere tutto segreto, raggiungendo livelli altissimi di cose fatte a caso e intricando la situazione oltre ogni dire. Eppure, sì c'è un eppure. Eppure alla fine questa EMERITA CAZZATA si lascia guardare come se non ci fosse un domani. Che poi in fondo, il mondo fa schifo e probabilmente come me fate un lavoro di merda, quindi vaffanculo i professionisti di Sorkin. Liceali idiote tutta la vita.  

Effetto smarmellato OFF. E ora andate a vedere la 7x01 di Doctor Who. Geronimo

lunedì 4 giugno 2012

Prima legge della robotica: tra Brandon e Dylan vincerà sempre Dylan

Rieccoci alla rubrica sfigati senza una lira, che ogni anno intorno a giugno si compone di un post pieno di amarezza in cui dico che i falò sulla spiaggia son sopravvalutati e le città deserte d'estate hanno un non so che di romantico. E poi passo a elencare le serie da vedere e di solito dico che c'è True Blood e non vedo l'ora e poi che mi riprometto in questi 3 mesi di recuperare i Soprano o The Wire o Homicide o roba davvero molto molto figa che ha fatto la storia della tv. 
E poi sostanzialmente finisce sempre che True Blood si rivela inguardabile e le serate le trascorro davanti ai film catastrofici della seconda serata di Canale5. Quelli del ciclo "Brivido" o "Alta tensione" o "Brivido ad alta tensione", una roba così. Di interessante è che c'è sempre un attore ripescato da qualche telefilm anni '90 che davo per assodato fosse morto per droga. Tipo l'anno scorso c'era Luke Perry che faceva l'astronauta o simili e lo spedivano a bombardare un asteroide che minacciava la Terra. E io ho pensato, beh, se proprio dovessi scegliere un attore fallito dei telefilm anni '90 per salvare la Terra da un asteroide, dove devo firmare per mandarci Dylan?


Elencando veloce:
per la serie Avvocati molto fichi, ripartono Suits e Franklin & Bash
per la serie Cagata coi lupi mannari ma perché alla mia età guardo sta roba, riparte Teen Wolf
per la serie Ma non è finito 2 settimane fa?, inizia la terza stagione di Pretty Little Liars, figlia della programmazione a cazzo di ABC Family
per la serie Ehi, avevo scritto qui e letto ovunque, anzi prima letto ovunque e scritto qui che Weeds era finito e Nancy Botwin l'avevano sparata, ecco no. Weeds torna con l'ottava stagione. Non chiedetemi perché
per la serie che tutti aspettavate dall'anno scorso date le mie intense recensioni tornano a gran richiesta i vermoni giganti di Falling Skies
e poi ovviamente torna True Blood col suo carico di storyline a caso
e poi ovviamente torna Breaking Bad, e mentre scrivevo Breaking Bad ho abbassato il capo in segno di rispetto.


L'angolo del fioretto che verrà sicuramente disatteso
No davvero giuro che a sto giro i Soprano li recup... ok, non ho potuto fare a meno di andare a cercare la filmografia di Luke Perry:
Invasion, Patto letale, L'Uragano, Mistero alle Bermuda, Supernova, Al centro della Terra.
Esigo. Maratona. Ieri.

martedì 29 maggio 2012

Backup Post: dov'eravamo rimasti

Scrivo questo post interrompendo a metà la visione del pilot di Continuum, nuova serie abbastanza fuffosa, o almeno così mi pare a un quarto d'ora dalla fine. 
Praticamente c'è una tizia che fa la poliziotta iper-figa nel 2077 e ha tutte quelle cose che i nostri nerd-antenati degli anni '50 immaginavano avremmo avuto nel 2077 (i chip nel cervello che ti fanno vedere le cose tipo Robocop, o un bottone sul ginocchio che ti cambia i vestiti, o siringoni di metallo paralizzanti, roba così). Ecco, io se fossi uno showrunner di una serie di fantascienza, strapagato e detentore di uno dei lavori più fighi ever dopo il Time Lord e l'Acchiapafantasmi, beh magari uno sforzo di fantasia in più lo farei. No così, giusto per guardare fuori dalla finestra della mia villa a Malibu e pensare "oh, me lo son guadagnato".
By the way, in questo futuro con gli autobus volanti (ah sì, ci sono anche gli autobus volanti) il problema principale sono un gruppo di terroristi che si fanno chiamare LIBERATE (da leggere LIBEREIT) che niente, sostanzialmente non gli piace il governo, perché vogliono la libertà di espressione e allora fanno esplodere i palazzi, just for the lulz. 
Ma tutto è bene quel che finisce bene, perché la tizia poliziotta li cattura più o meno al minuto 3 e questi vengono tutti condannati a morte. Ah, ecco, devo specificare: sti qua sono in 7. E sono credo il gruppo terroristico più stereotipato della storia dei gruppi terroristici stereotipati, tanto stereotipati che sembrano i sopravvissuti a un'epidemia di zombie. C'è il nero, c'è il bianco, c'è il vecchio, c'è la squinzia e via così.
Allora, li stanno giustiziando, però succede qualcosa che non ho ben capito perché stavo lavando i piatti e tutta la cumpa si ritrova nel 2012, tizia poliziotta compresa.
E ho stoppato. Perché i viaggi nel tempo o li sai fare, o li sai fare.
Consiglio: se però vi ispira, magari prima date un occhio a Life on Mars, oppure a quel capolavoro mai dimenticato che è Quantum Leap.

Ah poi è un sacco che non aggiorno il blog vero? Dunque per fare un riassunto veloce:
- Ho smesso di guardare The Killing, perché la protagonista ha dei brutti maglioni che mi ricordano la mia adolescenza in provincia. Ah poi anche perché dubito che la scoperta dell'assassino dopo che sono stati più o meno sospettati TUTTI i personaggi desterà in me qualche sussulto. Alla fine diranno che non è morto nessuno ed era il sogno della moglie di Bobby che poi lo trova nella doccia la mattina... ah no, wrong story
- Sono probabilmente l'unica persona sulla faccia della terra a non vedere Games of Thrones, e dopo questa affermazione le mie quote nerd sono scese oltre il livello di guardia. No, calma, lo recupero quest'estate
- Mad Men a sto giro spacca i culi come non li ha mai spaccati prima
- Per la serie No ma poi diventa bello, e poi di nuovo brutto:
l'avevo chiamato cazzata, avevo dovuto ricredermi urlando al capolavoro e ora... ora boh. Fringe mi fa di nuovo cadere le palle e la quarta stagione è da denuncia (però non l'ho ancora finita, quindi come al solito dovrò ri-scrivere "no mi ero sbagliata, ritratto tutto". Son stanca qui - mi sto indicando le tempie).
- Siamo credo rimasti in 5 a vedere Smash. Gli altri 4 son dei killer. Non so perché, ma queste serie tv tra il trash e il drammone, con le canzoni e Marylin Monroe, boh, mi danno l'idea di roba adorata da dei malati di mente che odiano la gente. Cioè, a pensarci ci sta. Ti vedi una puntata di Smash, e poi esci e fai una strage perché non credi più nel genere umano. Tipo.


giovedì 29 marzo 2012

Non son mai contenta

Avete mai la sensazione di avere già fatto tutto? Di avere già vissuto tutte le vite possibili? E di avere già detto le battute più belle e passato le serate migliori? O tipo di avere fatto più lavori di quelli che avrebbero potuto fare in una vita 10 persone diverse vissute in periodi normali? 

Traslando, ho già visto tutte le serie davvero belle? Per esempio, una volta visto tutto Doctor Who, vale ancora la pena perdere le ore davanti al computer sperando che qualcosa gli si avvicini anche solo lontanamente? 
Boh. Anche chissenefrega, perché comunque non abbiamo molta scelta. E in quest'epoca di fuffa sempre meglio annullarsi il cervello davanti a Mad Men, piuttosto che fissare le crepe nel muro. 

Intanto, trailer superfigo della settima stagione del Dottore.



A proposito di Mad Men, non sarà il Dottore, sarà una serie iper-sofisticata e tutta di messa in scena e dialoghi taglienti, però la premiere della quinta stagione è un piacere per le sinapsi. Sullo sfondo ho visto chiaramente uno striscione che diceva “Ehi, questa è una serie intelligente per gente intelligente” firmato “Gli Autori” e non ho potuto fare a meno di annuire. Certo, l'immagine di me in pigiama in pieno pomeriggio, sul divano con una birra sminuiva un po' il messaggio, ma ormai ho accettato con un certo sollievo di non essere più “giovane e dinamica” come ti vorrebbero i selezionatori del personale. Che a pensarci è pure un buon metodo di scrematura: se scrivessero “cerchiamo persone non più tanto giovani, svogliate e disilluse con poca voglia di sbattersi ancora” sarebbero probabilmente sommersi dai curriculum (no, davvero, mi rifiuto di scrivere curricula e poi tanto a incazzarsi per chi non sa il latino o i congiuntivi è rimasto solo Augias). 



Touch 
“Eh ma 24 era più figo”, tratto da “Il commento medio su questa serie, dovuto al fatto che il protagonista è Kiefer Sutherland”. 
Ecco no, Touch non è 24 e finora non è neanche una bella serie. C'è Kiefer (no, non lo chiamo Jack Bauer, smettetela) che fa il padre vedovo di un bambino autistico che non parla e non vuole essere toccato. Però il ragazzino passa le giornate a scrivere numeri su un quadernetto e invece di dare una mano e fornire quelli del lotto, tira fuori numeri di telefono. Nel frattempo in India qualcuno picchia qualcun'altro, in Iraq scoppiano bombe, un tipo perde l'aereo, un altro rovescia le ceneri del padre e due prostitute quindicenni giapponesi urlano fastidiosamente. E alla fine è tutto collegato. Perché ci sono i gradi di separazione e robe simili. Questo è Touch. Sostanzialmente un insieme di cose già viste. C'è Numbers, c'è il film Crash, c'è il dramma famigliare. Ma soprattutto c'è noia e sguardi intensi, due elementi sempre strettamente collegati. Però poi magari è come Fringe e diventa figo. 



A proposito di Fringe 
L'avevo già previsto qui, che sarei arrivata a smentirmi. 
Perché la terza stagione di Fringe è fighissima. 











GCB 
Allora, c'è Brook McQueen di Popular che torna a Dallas, sua città natale, dopo esser rimasta vedova e con 2 figli a carico. No, ma non è un dramma eh. Fa ridere. 
Dovrei dire dire di più? Magari accennare un minimo di trama o riflessione? No, davvero, cheppalle. Dico solo che se vi perdete questa premiere non succede niente. Poi se diventa bello come Fringe (oddiooo quanto è figo Fringe) ce ne accorgeremo e lo recupereremo (sì, sì, come con Fringe). 


Random
Poi ho visto anche 6Degrees, serie irlandese su un gruppo di ventenni che vivono in un dormitorio e probabilmente faranno cose e vedranno gente e Laid, serie australiana su una tizia che scopre che i suoi ex stanno morendo o son morti e forse è colpa sua. 
Giudizio: niente di che.

sabato 17 marzo 2012

Il sabato mattina non esiste

Mi lamentavo sempre di non avere più tempo per aggiornare il blog. Poi, da ieri, i sabati mattina hanno tutto un gusto nuovo.
So, ecco un po' di cose nuove di cui hanno già parlato tutti.


Smash
Questo musical nel musical non piace a nessuno. Tranne a me. Trama: Grace di Will&Grace e un numero imprecisato di omosessuali stanno creando un musical su Marylin Monroe a Broadway. C'è un regista figo, due aspiranti Marylin di cui una adorabile nel suo essere stronza e fragile insieme (Team Ivy tutta la vita!) e una insopportabile (Karen, la classica brava ragazza pallosissima, ingenua, corretta, ultra-fidanzata e che assomiglia a Marylin come io assomiglio a Megan Fox e che alla fine avrà il ruolo. Non è uno spoiler, ancora non è successo, ma è OVVIO che lei avrà quel dannatissimo ruolo). Poi c'è Joe di Maggio, inutili drammi famigliari di cui non frega niente a nessuno probabilmente nemmeno agli sceneggiatori, canzoni che te le dimentichi mentre le stanno cantando e clichè come se piovesse. Eppure, ho mangiato le prime 5 puntate. Non so dire perchè. Forse, solamente, i miei gusti sono peggiorati e mi rimane giusto ancora un barlume di lucidità per ammetterlo. Se mai inizierò a lodare Glee su questo blog siete autorizzati a maledire il mio nome nei secoli.



The River
"Stavo pensando che The River mi piacerebbe di più se non ci fosse la storia famigliare di ricerca del padre perduto e il tentativo di ricostruzione del rapporto figlio - genitori. Se fosse solo la storia di un gruppo di idioti che viaggiano sul Rio delle Amazzoni sopra una bagnarola e vedono i fantasmi e le tarantole assassine (ah X-Files, tu e le tue tarantole, cos'hai fatto alla televisione?) potrebbe anche aspirare ad entrare nelle mie grazie. Invece tutta questa cosa del padre... soooo booooring!" tratto da Quello che pensavo di The River prima che il protagonista si tagliasse i capelli e diventasse un figo, trasformando questa serie da fuffa certa a no però promette bene è meglio se la continuo



Awake
Il mio problema con queste serie un po' lente e sofisticate è che io mi sveglio presto la mattina. Quindi ho bisogno di ritmo per non addormentarmi. La prima puntata di Awake l'ho dovuta vedere a pezzi, sera dopo sera, perché mi addormentavo ogni volta. Non è colpa della serie, che è bella e ha del potenziale, è colpa del fatto che lavoro, ma insomma, son tempi difficili, la cosa potrebbe pure risolversi a breve.



Luck
C'è Dustin Hoffman. E le corse dei cavalli. E un sacco di cose tecniche sulle scommesse che non capisce nessuno. E inquadrature lunghissime sui cavalli che corrono. Eppure, nonostante tutto questo, Luck è figa come quelle serie un po' sporche di una volta. Sporche perché i protagonisti son sempre sudati ed è evidente che puzzano e recitano talmente bene che vorresti dirgli di farsi una doccia perché ti stanno irritando il naso. 

giovedì 29 dicembre 2011

A volte ritornano

Ho pensato: stasera o lavo i piatti di una settimana o aggiorno il blog.
Ha vinto il blog.
Questo è un periodo strano. Strano nel senso che dico un sacco di cazzate ad alta voce e ho azzerato i pensieri. E così facendo mi sono un po' dimenticata che avevo un blog che parlava di serie tv, che avevo aperto perché vedevo troppe cose e ci andavo sempre troppo sotto e scriverne mi sembrava un buon modo per uscirne viva. Più o meno un anno fa, quando ancora vivevo a Londra e vagavo per le strade con un cartello appeso al collo con scritto “ma che ci faccio qui”, un'amica più matta di me mi ha dato un consiglio giusto. Che poi, a pensarci, i consigli non servono a niente. Io li evito, non li voglio dare, non li voglio ricevere. Li accetto solo da chi mi dice quello che voglio sentirmi dire. Quella volta infatti mi era sembrato un consiglio del cazzo. Poi, mesi dopo, carica di fallimenti sulle spalle come non lo ero mai stata prima, mi è tornato in mente.
Comunque, a pensarci, non era niente di che. Mi aveva solo detto:
“Per star bene basta essere un po' più superficiali”.
E ho pensato: vabbè, perché no? Proviamo.
E così, senza nemmeno mettermici d'impegno più di tanto, è finita che ora dico cazzate ad alta voce. E ho un giardino zen nel cervello. E voglio bene alla gente. E soprattutto, e qui torniamo al punto centrale, se una serie è brutta non me la prendo più. Smetto di guardarla e basta.
Quindi, in sostanza, questo blog o morirà a breve, oppure smetterà di essere divertente da leggere perché praticamente io son diventata un'idiota.
Comunque, non tutto è perduto. Qualcosa da dire ancora ce l'ho.

Doctor Who Christmas Special – The Doctor, The Widow and The Wardrobe. 

Del Natale a me non frega niente. Anzi, un po' mi crea dei problemi. Sarà che non ne ho mai avuto uno davvero bello da piccola e che ora mi sembra tardi, ma di solito in questo periodo conto i giorni sperando che passi in fretta e in fretta si torni a normali lunedì mattina di scazzo e nebbia senza lucette e babbi natale appesi ai balconi. Però, una cosa bella il Natale ce l'ha. Ed è lo speciale del Dottore, che ho atteso con un hype che neanche il conto alla rovescia a capodanno. Proprio oggi cercavo di spiegare perché amo tanto Doctor Who, però non ci riuscivo. A parte dire “no è fighissimo, davvero, giuro” non riusciva a venirmi in mente il motivo vero. Che poi in fondo è solo uno, anche semplice. Quando ero piccola mi piacevano i film o i libri che mi sbarellavano a tal punto da volerci entrare dentro e vivere quelle vite lì. Ora, a ridosso dei trent'anni e sulle spalle chili di disillusione macinati a suon di NON SI PUO' FARE, Doctor Who è l'unica storia che mi fa ancora quell'effetto. Io col Dottore ci partirei oggi. Anzi, di più, ieri. Che tanto col Tardis l'opzione Ieri si può fare.
Focus: quindi questo speciale di Natale è bello? Sì. Tanto.

Fringe

Non ho nessun diritto di parlare di Fringe, perché lo sto recuperando e son ferma alla 2x14. Quindi, qualunque cosa poco rispettosa nei confronti dei fan più invasati io stia per dire, prendetela con le pinze. Mi riservo il diritto di cambiare idea fra tre giorni.
Fringe appartiene a quel filone che prende il nome di “no ma poi diventa bello”. Ecco, io mi sto attaccando con i denti a questa cosa, perché mi fido di chi me l'ha detto. Però, ok, ne ho viste di serie partite demmerda e poi diventate imperdibili, ma qui si esagera. Ok, calma. Allora, vanno bene le puntate filler, vanno bene gli effetti speciali fatti dallo stesso tizio di Terra Nova, quello che non aveva voglia per intenderci, va bene Pacey che è figo ed è lì solo per quello, vanno bene le strutture di puntata tutte tutte tutte uguali, va bene tutto. Davvero.
Però due cose non van bene per un cazzo.
1. X-Files la domenica sera su Italia Uno quando eravamo piccoli l'abbiam visto tutti. E allora, quindici anni fa, vedere una megatarantola uscire dalla bocca di un cadavere (ne ho già contate tipo una a episodio di megatarantole uscite dalle bocche dei cadaveri finora) ci faceva se non cagare sotto, almeno un grande schifo. Quindi, io, da una serie che si autodefinisce “un Xfiles del 2000 con Pacey” mi aspetto di più. Basta megavermi, basta spiriti di exmarine incazzati che si impossessano di ragazzine, basta noiosissimi virus letali che fan esplodere le teste delle comparse non parlanti.
2. Il punto due è la cosa che più mi prende male. Può anche capitarmi sotto mano una puntata bella (e qualcuna finora c'è stata), ma questo elemento c'è sempre e mi disturba. Lo dico: la protagonista ha dei capelli di merda. E io non riesco a non pensarci. Mentre sullo sfondo le teste esplodono e le tarantole impazzano, io ho un unico pensiero “chiamate un parrucchiere che le faccia un taglio scalato. Ora. Subito. Ieri!”.

Homeland

Homeland vince il premio “Serie più figa di quest'anno”. E non lo dico perché son diventata superficiale e dico cazzate ad alta voce. L'avrei detto anche quando ero depressa. Con l'unica differenza che all'epoca ci avrei forse pianto sopra e me la sarei sognata la notte e avrei cercato su google istruzioni su come diventare agente della CIA. Comunque penso che alla CIA abbiano un google alert per ogni volta che qualcuno sul pianeta scrive CIA su internet. Quindi la CIA mi sta leggendo. O perlomeno il tizio della CIA addetto ai google alert della CIA. Amico, sappi che ti sono solidale. Anni di addestramento, sbattimenti, grandi ambizioni e poi dove finisci? A controllare i google alert. Però sappi che poteva anche andare peggio.

martedì 11 ottobre 2011

Cose vecchie cose nuove cose da dimenticare presto

Quando dico che non sto guardando quasi più niente la gente non ci crede. E fa anche bene, perché magari è un periodo un po' così, ma le cose importanti alla fine le faccio sempre. E quindi nonostante tutto, tra serate da dimenticare subito, altre da ricordare tanto, giornate sì, giornate meh, tra il mio amato pc sperduto chissà dove (ti penso tanto amato pc), tra questo mac dell'86 recuperato dagli scarti della sorella anche lei sperduta chissà dove (che devo scoprire che è a venezia e poi è a milano no poi è di nuovo a torino perché si tagga su 4square), comunque, nonostante tutto, HO FATTO UN RECUPERO IERI CHE NEANCHE VE LO IMMAGINATE.

Allora, ricapitolando, il paese sta fallendo, non c'è lavoro, siam disillusi, ascoltiamo Vasco Brondi neanche fosse Gesù e i sentimenti, pure quelli, sono ai minimi storici.
Ma, ehi, anche chissenefrega, cioè, avete visto quante serie nuove sono uscite quest'anno?

Innanzitutto, cose vecchie.

Misfits. È uscito il webisode di addio a Nathan. Fa schifo e sono offesa. E non ho nient'altro da aggiungere.

Doctor Who. Possiamo dichiarare archiviata la sesta stagione e io ho imparato a voler bene a Matt Smifffffff, anche se non è Tennant. Anche se con gli ultimi soldi ho comprato su ebay il poster di The End of Time che ora campeggia tamarrissimo nel mio salotto.

Per restare in tema, Community è ricominciato col botto citando il Dottore nei primi 10 minuti (sì, Inspector Spacetime, sto parlando con te).

Poi son ricominciate un sacco di altre cose, ma l'unica a cui penso e che attendo con ansia sempre è, me ne vergogno, Gossip Girl. No davvero, è bellissimo quest'anno. Ci sono storie di principi farlocchi, tizie che trovano lavoro da produttrici di Hollywood camminando sul lungo mare, Chuck Bass che paga gente a caso per farsi picchiare perché “non sento più nulla, neanche il dolore”, il dramma del Grande Gatsby dei poveri di lonely boy, Nate che si fa Liz Hurley sul pavimento (che ok è inglese, ma se vuoi fare la figa strizzandoti dentro a dei tubini rossi e tacchi Louboutin non puoi, NON PUOI, avere l'accento del peggio mercataro di Hackney) e poi robe random, inaspettate, fuori di testa, prodotte da dei deficienti bendati, picchiati, torturati al grido di “scrivete male!”. Ecco, Gossip Girl è fantastico.

Cose nuove.

I nuovi pilot (qualcuno) dell'autunno 2011. Nota: una cosa positiva c'è, quando ho controllato i calendari delle uscite sembrava che rinunciare a quel poco di vita sociale che ancora mi rimane fosse inevitabile. Sembrava tutto fighissimo. E invece, come al solito, quando una serie è figa sulla carta, di solito poi fa schifo. Succede anche con le persone. Son lezioni di vita che regalo così, gratis.

American Horror Story: visto ieri sera tardi. Lì per lì ho pensato è 'na stronzata. Poi però mi son cagata sotto tutta la notte, sognando tizi vestiti di lattice nero e governanti vecchie ma giovani no ma poi di nuovo vecchie no poi giovani e zoccole (avevo sbagliato e scritto ZOZZOLE prima, che forse rende anche meglio. LOL). Non lo so se è bello, ci devo riflettere. Però paura fa paura. Anche se è di Ryan Murphy, che aveva vinto tutto con Nip/Tuck, però poi ha fatto Glee finendo nella mia personale classifica di sceneggiatori da evitare come il bacio della vecchia zia a natale.

Ringer: una serie di merda con Sarah Michelle Gellar vale quaranta minuti settimanali del mio tempo solo perché c'è Sarah Michelle Gellar? NO. Ecco, Ringer è noioso. È pure un po' offensivo. Ricorda un po' quei film del sabato sera di Rai Due, quelli coi titoli fotocopia. Nella tela dell'assassino. Nella mente del serial killer. Nel qualcosa di bastardo di qualcuno di stronzo. Ecco. A sto punto guardo quelli. A sto punto esco e parlo con la gente.


The Secret Circle: io che sono un amante dei telefilm trash della CW aspettavo con ansia questo teen-drama con i maghi. E ho fatto male. Una cosa bella delle serie per adolescenti è che i protagonisti spacciati per 16enni di solito han 30anni. E quindi se il personaggio maschile è figo, è figo per davvero e non rischi l'arresto se pensi che lo sia. Qui invece, questi maghetti del cazzo hanno davvero 15anni. No, ma siamo impazziti?

Terra Nova: eccoci al capitolo “Perché?”. Terra Nova partiva da premesse della madonna: viaggi nel tempo e dinosauri. Mai più senza. E invece è un triste family drama con ogni tanto dei dinosauri fatti al computer da uno che non aveva voglia.  Trama: in un lontano futuro la terra farà cagare. Saremo costretti a fare non più di due figli per coppia (ah quindi le coppie esisteranno ancora? Questo sì che è brutto), vivremo in loculi di due metri per due però avremo le porte elettriche che si aprono col pulsante (geniale, considerato che le risorse energetiche sono a puttane) e ci vestiremo un po' da esploratori cazzuti, con i completi in beige e marrone e gli anfibi (io personalmente li adoro, questi futuri apocalittici in beige). Poi però, GLI SCIENZIATI scopriranno un portale verso una dimensione parallela che se lo attraversi ti ritrovi nel Cretaceo. Non il nostro Cretaceo. Quello della dimensione parallela. Ci siete? Quindi, ideona. Attraversiamo il portale e rifondiamo una terra nuova. Ok, a questo punto, io mi aspetto grandi casini coi dinosauri, sangue, dilemmi esistenziali. Insomma, un True Blood con gli pterodattili. E invece, mi sono sorbita più di un'ora di menate famigliari, di ridicoli scontri padre-figlio, di ridicoli baccagli tra il figlio e la prima tizia figa che passava per lì, di scene fracassone con effetti speciali che chiamarli effetti speciali è fare un torto agli effetti speciali. No, Terra Nova è una merda. E dire che le premesse c'erano. C'erano un sacco.

The Playboy Club: andate a guardarlo subito. Io una parodia di Mad Men e in generale dei film ambientati negli anni '60 così fatta bene non l'avevo mai vista. C'è tutto. La bionda scema che vuol fare la cantante, il tizio figo che fuma e si suppone dica cose epiche perché anche se dice solo “ehi” parte subito un accompagnamento musicale solenne, ci sono i mafiosi stronzi, la voice over noir che dice banalità, gente che beve brandy a qualsiasi fottuta ora del giorno, grandi verità sull'universo femminile (quelle frasone tipo “una donna ha bisogno di un uomo perché un uomo ha bisogno di una donna che ha bisogno di un uomo...”) e via così. Dritti dritti fino alla cancellazione. Eh sì, l'han già cancellato. Non capisco perchè.

Vabbè, basta, questi son quelli brutti. Ce ne sono anche di belli, ma non è molto divertente parlarne.