lunedì 25 febbraio 2013

Everything comes to an end – Pure Fringe


Fringe è finito. E io tiro un sospiro di sollievo. Nell'universo parallelo in cui vivo, costituito solo da un divano e uno schermo da 13 pollici, non ho mai avuto una relazione così altalenante come quella che ho avuto con questa serie. È andata più o meno così:
vedo il pilota e urlo al capolavoro - vedo metà della prima stagione e voglio tagliarmi le vene dalla noia - passano anni - pare che la serie sia entrata a far parte del genere “no mai poi diventa bello” - e allora la riprendo - mi faccio due palle con dei filler che manco i polizieschi di italia uno del mattino negli anni '90 - poi all'improvviso tutto diventa fighissimo - poi di nuovo noioso - poi di nuovo fighissimo - e poi finisce
E tra l'altro finisce con dei plot hole e incasinamenti temporali che manco Moffat con l'undicesimo dottore e River Song*. Quindi, in linea con la confusione della serie, visto che non so dire se alla fine è bella o brutta, ma forse è solo un grande BOH, faccio un elenco casuale delle cose che di Fringe non dimenticherò mai. A metterle insieme con sotto due giri di chitarra ci potete costruire una canzone di Vasco Brondi.
Legenda: ROSSO vuol dire BRUTTO. VERDE vuol dire BELLO. E non vi offendete se l'ho spiegato*.
I capelli mosci di Olivia: partiamo dal peggio. Perché ti puoi pure sprecare per fare degli effetti speciali decenti, creare un universo parallelo coi dirigibili, scritturare Pacey, però se poi non chiami un parrucchiere decente per la protagonista, allora tutta la baracca rischia di crollare da un momento all'altro.
L'universo parallelo coi dirigibili: sì, sì, e ancora sì. Perché il rischio “na specie di x-files” era dietro l'angolo e allora Fringe ha abbracciato la fantascienza e ha tirato fuori gli universi paralleli. Coi dirigibili. Di nuovo sì.
Pacey: da vivace testa calda di Capeside* a cazzuto consulente dell'FBI, piccolo genio, figlio d'arte, love interest. Lui sì che ha sempre avuto dei bei capelli.
I vermoni: in ogni fottuto filler, quindi in sostanza l'80 per cento della serie, il problema era un vermone. Li abbiamo visti fuoriuscire dalle bocche, far scoppiare stomaci, attaccare ignare comparse non parlanti. L'inizio di puntata classico era di solito un povero sfigato che sentendosi poco bene si guardava allo specchio e notava insoliti movimenti intestinali. E tu spettatore ti ritrovavi a pensare: no, un altro vermone no.
I vermoni: nell'ultimo episodio, i nostri utilizzano i vermoni per far fuori un po' di Osservatori. Ho apprezzato che il protagonista morale di questa serie sia stato riutilizzato in un ruolo chiave anche nel series finale.
Gli Osservatori: grosso win per i pelatoni incravattati, da mistero misterioso di numerose stagioni a super cattivoni del finale.
La quinta stagione: mandando affanculo il concetto su cui si fonda la serie (filler e vermoni), Fringe fa un salto in avanti di 20 anni e trasforma l'ultima stagione in un grosso finalone di 13 episodi in modalità futuro post-apocalittico.
La quinta stagione: bello eh, però ci sono un botto di cose delle stagioni precedenti che non son state spiegate. Tipo i Primi Uomini, chi minkia è Sam Weiss, perché Broyles e Nina Sharp hanno limonato (brrrr). Urlando un grosso chissenefotte Fringe lascia perdere e ci regala una stagione (quasi) priva di filler e (quasi) piena di azione.
Vincono i sentimenti: nell'ultima puntata Walter si sacrifica e accompagna baby osservatore nel futuro, per farlo vedere ai big osservatori e far loro capire che non devono diventare per forza degli stronzi. In questo modo gli osservatori mai andranno in avanscoperta nel passato ai tempi di Peter bambino, quindi September non potrà mai salvargli la vita, quindi allora come cazzo è possibile la scena finale Peter, Olivia e bimbetta al parco felici? Però vincono i sentimenti eh.
Astrid e la mucca: non ho commenti particolari.

Ciao Fringe, ce la siamo vista.

*Per chi non sapesse di cosa sto parlano (shame on you, guys): praticamente il Dottore incontra per la prima volta River Song poco prima che lei muoia, ma per lei invece quella è l'ultima volta. Quindi in sostanza, a ogni incontro successivo in giro per l'universo lei ringiovanisce e lui invecchia. Na roba così. Comunque non si capisce mai a che punto stanno.
*Anche perché considerati gli universi rosso e normale (blu? Non ricordo) presenti nella serie uno si poteva pure confondere.
*Cit. da Zero Calcare, in una striscia che non riesco a trovare.

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