giovedì 4 agosto 2011

"Ma quanti telefilm guardi? Ma fatti una vita!"

Freaks
Ne parlano tutti. E alla fine l'ho visto. Che dire? Freaks è fatto da dio. Girato benissimo, una fotografia che me la sogno la notte da quanto è bella, attori credibili, dialoghi divertenti, la sigla è una figata. Però c'è un però. Occupati a ricoprire il prodotto con palate di coolness e citazioni, si son dimenticati di un piccolo particolare: la storia. Eh, perché la trama è un filo traballante. E non accetto come giustificazione il fatto che se viaggiano nel tempo tutto è concesso e io devo sospendere l'incredulità a priori. Il discorso sul tempo wibbly wobbly timey wimey lo prendo come credibile solo da una serie inglese che dura da 50 anni e pronunciato da David Tennant. Chiunque altro si deve impegnare di più e metter su qualcosa che regga. Il problema è che guardando Freaks ci si rende perfettamente conto di quali erano le intenzioni, ma la resa finale è un grosso WTF?! con la sensazione che non si siano proprio messi lì non dico a riscrivere la prima stesura, ma anche solo a rileggerla. Il risultato è una serie di situazioni un po' random, che prese singolarmente son anche belle, ma che a livello di storia non vanno a costituire dei tasselli solidi, anzi, alla fine non si capisce quasi niente. Quello che manca agli autori di Freaks non è talento di scrittura, o bravura o altra roba così. A loro è mancato uno script editor. Oh però ad avercene... che è anche un po' triste da pensare, perché in Inghilterra hanno Misfits e noi per avere un prodotto che almeno il tentativo lo fa abbiamo dovuto aspettare che un gruppo di ragazzi se lo inventasse da solo. E il problema è anche questo. L'avessi visto 5 o 6 anni fa avrei probabilmente gridato al capolavoro, perché ancora non avevo visto niente. Ma oggi, dopo Misfits e una vita ormai consacrata al culto del Doctor Who non posso non vederne i difetti. Però di pregi ne ha un sacco e io li attendo al varco della seconda stagione, che voglio che spacchi. Lo pretendo.
Sirens
Di questa serie io mi sono innamorata. E sto aspettando con ansia che mi dicano che ci sarà una seconda stagione. Il bello e il brutto delle serie inglesi è che durano poco. Forse è per questo che son sempre belle. Sei episodi e poi tutti a casa. Non è che ti puoi permettere di fare filleroni o riempitivi, in effetti. Quindi, spesso, capita di vedere i sei episodi che compongono una stagione tutti di fila e di rimanerne letteralmente estasiati. Sirens è intelligentissima, originale, divertente. Ci sono riflessioni acutissime e stronzissime sulla vita, l'amore, il sesso, l'amicizia, lo stress. Il protagonista, Stuart, è già entrato nella mia personale top ten di personaggi preferiti ever e il suo rapporto con la migliore amica Maxine è l'ideale di coppia che ho in mente io. Il punto di vista poi è particolare: essendo i protagonisti dei paramedici, praticamente passano il tempo a ipotizzare teorie sulle reazioni fisiologiche delle persone. Per esempio, quando succede un evento drammaticamente forte (in positivo o in negativo) che mette in moto l'adrenalina, subito dopo il tuo corpo reagirà facendoti sentire nervoso e attivo, per poi crollare magicamente in una forma di depressione. Ok, questa è la spiegazione estesa, loro usano semplicemente la formula: up, horny, down. Insomma, andatevi a imparare l'accento di Leeds (non c'è traccia di sottotitoli ahimè) e recuperate questa serie tipo ora.
Teen wolf
Un po' mi vergogno, ma Teen Wolf lo sto davvero guardando. Forse una parte di me spera che diventi il nuovo The Vampire Diaries e cioè che da accozzaglia di scene random e bellocci di turno si trasformi in un telefilm vero. Tipo con una storia e dei personaggi, avete presente? Comunque per adesso lo uso per addormentarmi, alternandolo con Falling Skies e Pretty Little Liars. Ho sempre avuto problemi a prender sonno ma grazie a questi prodotti ormai crollo che neanche sotto tranquillanti. Comunque, Teen Wolf è proprio brutto. Gli attori non sanno recitare, la storia non si capisce (o forse dipende dal fatto che spesso mi addormento a metà e non mi preoccupo il giorno successivo di vedere la fine dell'episodio?) e ci sono un po' di cose che davvero non sopporto.
  1. Attori evidentemente trentenni che fanno la parte dei 15enni.
  2. Un continuo di ridicoli sguardi truci.
  3. Dialoghi idioti.
  4. Personaggi che girano con addosso i cartellini dei ruoli: “Lo Stronzo”, “La Stronza”, “Sto evidentemente per morire”, “Il Simpatico”, “La Mamma Easy”, “Il Padre Cazzuto”. E questo è il massimo di caratterizzazione che possiamo avere
  5. I vestiti. Allora, i ragazzi indossano felpe e jeans, come si suppone facciano tutti i quindicenni di questo mondo. Le ragazze invece vanno a scuola in tubino e tacchi a spillo. Ok, le giovani di oggi sono molto più sveglie di come eravamo noi all'epoca e se non vogliono indossare il maglione Best Company della sorella maggiore riciclato dalla cugina non lo fanno e basta. Però, insomma, l'abbigliamento superglamour da sfilata SEMPRE va bene in Gossip Girl. Seriiiina e Blair vivono nell'Upper East Side e almeno nelle premesse quella serie non si prendeva troppo sul serio, ma qui siamo in una sperduta provincia americana, davvero le ragazzette sono così? Perché allora non è giusto. Se una ragazza è costretta a sedici anni ad andare a scuola col tacco quindici in una serie estiva di mtv sui lupi mannari, allora anche i ragazzi si devono adeguare. Vogliamo la parità cazzo. Quindi dal prossimo episodio tutti vestiti come Chuck Bass.
  6. Il lacrosse ha rotto i coglioni.
Comunque tutto questo non è niente. Perché davvero, potrebbero fare una serie bella, potrebbero buttar giù dei dialoghi citazionistici paurosi alla Buffy, potrebbero licenziar tutti e prendere degli attori veri e un direttore della fotografia la cui unica capacità non sia solo “l'effetto buio/blu sempre”, ma questa serie ha perso tutto quando nei panni del cattivo/cazzuto/maturo/mentore del protagonista... hanno assunto uno che faceva Settimo Cielo. Ogni volta che lo vedo mi immagino un 7th Heaven con svolta mannara, in cui questo si trasforma e strappa la giugulare al reverendo Camden. Anzi, meglio. A quella bigotta insopportabile della moglie.
L'angolo del cosa c'è di nuovo sotto il sole di agosto: poco o nulla.
Innanzitutto c'è Suits, serie avvocatesca che finora non mi dispiace. Ha del potenziale, oddio non è adorabilmente cretina come Franklin and Bash, però ci vedo degli sviluppi interessanti (sempre che lascino a casa un po' di retorica).
Web Therapy è ancora in forse. Ok, lo ammetto, non ho mai sopportato Lisa Kudrow. Sì, avete capito bene, odiavo Phoebe, denunciatemi. È che ha un modo di recitare strascicante... esiste questa parola? Comunque apprezzo che questa serie, da quello che ho capito, cerchi un filo di continuity e non solo puntate autoconclusive. Vedremo.
The Hour è il Mad Men inglese. O almeno così ho letto in giro. In realtà l'unica similitudine con la serie di Don Draper è l'ambientazione anni '50 e una quantità inimmaginabile di sigarette. Per il resto, racconta la storia della nascita del giornalismo televisivo d'assalto e lo fa bene. Vabbè, son inglesi, avevate dei dubbi?

1 commento:

  1. [...] paio di post fa ho nominato questa serie come una da tenere d’occhio, avvertendo che si trattava di un [...]

    RispondiElimina