giovedì 9 giugno 2011

Film visti prima e dopo la posa del parquet a incastro – un postlunghissimo

In questo inizio estate poco estivo di pioggia e gelo mi son data alla visione di un po' di film che avevo sul pc da secoli. Sono un po' indietro con le serie (son ferma alla prima puntata di Games of Thrones, mai capitata una cosa così). Ovviamente è tutta colpa del Dottore che ha focalizzato la mia attenzione per due mesi e ora non so bene se sia davvero il caso di iniziare qualcos'altro. E se Torchwood fosse brutto? E se mi annoiassi mortalmente con i Soprano? In più sto anche ristrutturando la mia futura casa e di notte faccio incubi in cui compro la lavatrice sbagliata, i mobili più di merda e il palazzo crolla prima ancora di poterci andare a vivere (“Lo sa che questo è l'unico palazzo della via a essere venuto giù completamente durante la guerra?” cit. vecchietto del piano di sopra che mi da il benvenuto). Ah e ho passato il weekend a posare il famoso parquè a incastro con conseguenze catastrofiche sullo stato di salute delle mie ginocchia.
Vallanzasca - Le chiavi di casa - Questione di cuore - Anche libero va bene
Chissà qual è il leit motiv di questo aggruppamento di film, proprio non saprei, strano perché io scelgo cosa vedere sempre in base a profondi presupposti cultural-filosofici. Insomma, manca solo il ragazzo dal Kimono d'oro. Partiamo con Vallanzasca: all'uscita del film ci son state numerose polemiche e ricordo un Placido incazzatissimo in conferenza stampa che più o meno dava a tutti dei fascisti o giù di lì. Ecco, io sinceramente quest'apologia del male di cui è stato accusato non l'ho vista. Anzi, credo fermamente che se un film su un rapinatore a fine visione non ti fa venire voglia di andare a svaligiare una banca, allora c'è qualcosa che non va. Cosa li guardiamo a fare se no? Per passar due ore? No grazie. Io pretendo che i film e le serie mi facciano il lavaggio del cervello. Vallanzasca non è un brutto film e credo andrebbe preso per quello che è: un film su un criminale affascinante, riuscito solo a metà. Comunque, se volete meno seghe mentali e più crimine andatevi a rispolverare il Guy Ritchie dei tempi migliori. Piccola nota: Paz Vega doppiata ha lo stesso effetto tra lo straniante e il what the fuck della Bellucci in Matrix (per non dire la Canalis in Leverage).
Le Chiavi di casa è uscito millenni fa ma non l'avevo mai visto. Diciamo che io e il maestro Amelio ancora dobbiamo capire se ci piacciamo o no, ma questo film ha passato l'esame. Oddio, non si capisce bene dove voglia andare a parare e io avrei eliminato totalmente il personaggio di Charlotte Rampling, che tanto serve solo per aver qualcuno con cui far parlare il protagonista, però Kim Rossi Stuart e il bambino son talmente belli insieme che a questo film perdono tutto.
Questione di cuore non è niente male e racconta bene la storia di un'amicizia. Comunque anche se facesse cagare ve lo consiglierei per la presenza di un siparietto meraviglioso tra Carlo Verdone nei panni di se stesso che da consigli medici ad Albanese ricoverato in ospedale.
Anche libero va bene è un film strano. Subito ho pensato che i personaggi fossero troppo estremizzati, addirittura caricaturizzati. E poi ho capito che il punto di vista da cui lo stavo guardando era sbagliato e quello che dovevo fare era immedesimarmi completamente nel bambino protagonista. A quel punto, il film funziona di brutto, perché è così che i bambini vedono gli adulti: assurdi, senza senso, spaventosi e illogici. Bravo Kim, bravi tutti.
The Romantics e Last Night.
Passiamo al genere commedia romantica sofisticata. In The Romantics ci sono Katie Holmes (vabbè, Joy Potter), Adam Brody (vabbè, Seth di Oc) e Anna Paquin (vabbè, Sookie di True Blood). Com'è questo film? FIGHISSIMO. Davvero. Ho letto critiche tiepidine. Addirittura il Los Angeles Times (ma quanto sono cool? Eh? Quanto?) lo definisce lackluster..... Sti cazzi al Los Angeles Times. Era una vita che non vedevo un film in cui bastano due battute per caratterizzare perfettamente tutti i personaggi e con una vicenda semplicissima ma allo stesso tempo solidissima, basata su una tesi interessante: la storia che gli opposti si attraggono è una stronzata, perché è solo una scusa perfetta per evitare di stare con gente simile e complicata come noi che però ci farebbe soffrire di più.
Vorrei poter parlare con lo stesso entusiasmo di Last Night. Dunque, la sempre insopportabile Keira Knightley è sposata con un tizio monoespressivo che è però attratto da Eva Mendes (e vorrei vedere. Chi scegliereste voi? L'inglese anoressica?). Keira a sua volta rincontra un vecchio amore, un tizio francese fighissimo. I due sposi trascorrono una notte lontani, in compagnia dei rispettivi pseudo-amanti con relative pippe mentali e dialoghi pallosi di quelli che non esiste in natura che la gente si parli così. E una cosa voglio dire. Basta con queste commediole sofisticate in cui i trentenni vivono in attici superlusso a Manhattan, vanno ai cocktail, si vestono trasandati ma chic e quando scopri che lavoro fanno senti le parole “scrittore”, “free-lance”, “viaggio”. Basta. Smettetela, che poi la gente ci crede. Gli scrittori e i free-lance lavorano da McDonalds e la loro vita non è un film di Woody Allen con Diane Keaton. La loro vita è questo. Non ho nient'altro da dire su Last Night.
Zombieland
Questo film è awesomeness a fiumi. È cosa nota che i film sugli zombie son sempre in realtà metafora di qualcos'altro (malattie, discriminazione verso il diverso ecc...). Qui, il punto è l'amicizia e chi si crea un gruppo di persone fidate intorno ha meno possibilità di diventare un morto vivente assetato di carne umana (ok magari è un po' stirata). Comunque, va visto per due motivi: 1. le regole per sopravvivere agli zombie scritte in sovrimpressione hanno vinto TUTTO. 2. Bill Murray interpreta Bill Murray... Zombie!
The Last Station e Incendiary: breve incursione nel genere "what's the point".
L'unico motivo per cui potrei consigliare The Last Station è dovuto alla sempre gradita presenza di James McAvoy. Però, se non subite come me il fascino scozzese allora lasciate stare perché vi ritroverete di fronte a una storia che riesce a essere prevedibile nonostante metta in scena personaggi strampalati che agiscono più o meno a caso. Comunque, a titolo di cronaca, credo sia l'unico film sulla faccia della terra in cui Helen Mirren recita una schifezza, quindi magari può essere interessante vedere The Queen al suo peggio.
L'unico motivo per cui potrei consigliare Incendiary è dovuto alla sempre gradita presenza di Ewan McGregor. Però, se non subite come me il fascino scozzese... vabbè insomma anche Incendiary è una stronzata. La cosa più brutta che un film può fare è partire bene e poi, dopo un primo quarto d'ora interessante e originale... trasformarsi in una menata retorica e quasi non-sense. Non sapendone assolutamente niente prima di vederlo, mi sono lasciata ingannare da un inizio particolare che portava in una direzione che avrei gradito: una tresca torbida e fumosa tra Michelle Williams e Ewan McGregor. Peccato che sul più bello scoppi una bomba allo stadio dell'Arsenal a Londra (che è praticamente dove abitavo io, quindi un po' mi ha inquietata) e tutto si trasformi in un delirante proclama anti-terrorismo con tanto di strappalacrime lettera a Osama Bin Laden in voice over. Salvo solo l'idea dei dirigibili sopra Londra che quando li vedo penso sempre a The Empty Child.
United e Christopher and his kind.
Passiamo alla categoria di film meglio nota come “Cosa fa il Dottore quando non fa il Dottore?”. United è un film per la BBC e il motivo per cui l'ho visto si chiama David Tennant. La storia è quella della tragedia che colpì il Manchester United negli anni '50, quando l'aereo su cui viaggiava la squadra ebbe un problema al decollo ed esplose uccidendo la maggior parte dei giocatori e alcuni giornalisti sportivi. Allora, com'è? Noia alla stato puro. Io capisco che il tema sia triste, però magari caratterizzare un filo i personaggi (anche fisicamente, gli attori son tutti uguali) e far salire un po' di pathos in più non avrebbe fatto male. Non è che basta metter su una musica triste e far le facce mogie per coinvolgere lo spettatore. E poi, scusate, ma io Tennant invecchiato non lo posso vedere. Ma cosa gli è successo? Ma è il trucco? È la lontananza dal Tardis?
Christopher and his kind è un film per la BBC e il motivo per cui l'ho visto si chiama Matt Smith. Allora, un attimo che metto le mani avanti. Il MIO dottore rimane sempre il decimo, ma Smith in fondo mi sta simpatico e non è colpa sua se non ha lo spessore. Il film ci racconta il periodo berlinese di Christopher Isherwood negli anni '30, quando lo scrittore lasciò Londra per trasferirsi nella allora più libertina capitale tedesca. Che dire? Mediocre. Pensato male, scritto peggio. Son belli i costumi. Capirai. E Matt Smith? Lui è carino. Perlomeno Tennant sa diversificare i personaggi, lui invece lo guardi e ti aspetti solo che urli Geronimo e faccia quelle mossette sceme a cui ormai mi sono rassegnata, però è sempre di una tenerezza così estrema che non puoi volergli male.

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