giovedì 30 dicembre 2010

Romanzo Criminale - stagione 1



Romanzo Criminale La Serie è una bella serie. Ed è italiana. Anzi: nonostante sia italiana, è una bella serie.
Come mai? La butto lì: forse, hanno preso gli sceneggiatori e hanno detto loro “Fate un po' come ve pare” e loro allora hanno scritto una cosa figa.
C'è stato un tempo lontano in cui anch'io ho dato il mio vergognoso contributo allo sfacelo televisivo italiano e mi ricordo di aver avuto a che fare con numerose censure esterne e interne.
Censure esterne: la rete, che manda note del tipo “non m'intristite lo spettatore con cose vere tipo politica vera e povertà vera nel mondo vero”.
Censure interne: discorso introduttivo dei tuoi capi che ti spiegano che lo spettatore medio è un idiota e ti mostrano la foto di un'anziana signora obesa e chiaramente rimbambita, stravaccata sul divano di casa, dicendoti “ecco, scrivi per lei”. E tu, in quel momento, pensi che in America hanno fatto The Wire e vorresti suicidarti.
Good Times.
Tornando a noi, è con estrema invidia che affermo che Romanzo Criminale La Serie (ma questa mania di specificare ovunque che si tratta della serie o del romanzo o del cd o del film? Paura che ci confondiamo e ci mettiamo ad ascoltare il libro e a leggere il disco?) è proprio scritta da dio.
L'ho recuperata da poco, con un ritardo di un paio d'anni e ancora devo affrontare la seconda stagione ma credo che la prima basti per poter dire che mi sono trovata davanti a delle puntate a dir poco eccezionali. Ma è davvero solo questione di censura o, in questo caso, di non-censura? E' forse il tema trattato, che, volendo rispettare la storia originale, quella del libro ma soprattutto quella reale, non consentiva ricorsi ai classici happy endind della fiction all'italiana? È perché gli attori sono attori? È perché alla fotografia e ai costumi hanno assunto un direttore della fotografia vero e un costumista vero? O perché ci siamo tutti rotti ampiamente le palle di vedere robaccia a tema seconda guerra mondiale con protagonista Fiorellino?
Pensandoci, sì. Tutto questo.
La televisione, così come il cinema, è un lavoro collettivo. Io credo sia una missione ma non vorrei sembrare troppo esaltata. Vabbè, lo dico lo stesso. Creare una storia è una missione. Di qualsiasi storia si tratti. È modellare un mondo, una dimensione nuova sperando che qualcuno ci entri e ci si diverta, si commuova, ne esca cambiato, ispirato. La fiction italiana normalmente lo fa? No. Ci sono stati, ultimamente, dei tentativi notevoli, ma il livello raggiunto da RC non si credeva possibile. Poi, non vorrei essere fraintesa: anche in America mandano in onda senza ritegno prodotti che se ci penso mi vien l'orticaria, ma a un paese che ci ha regalato West Wing uno è pronto a perdonare qualsiasi cosa (non centra niente, ma l'avete visto The Social Network? Avete pensato che è un capolavoro? Ecco, l'ha scritto Aron Sorkin, uno che non si può nominarne il nome invano).
Quindi, Romanzo Criminale funziona perché la gente che ci ha lavorato non ha dato per scontato che lo spettatore fosse per forza di cose un cretino analfabeta. E si sono lanciati su una messa in scena clamorosamente perfetta, una scrittura intelligente e mai mai mai banale e personaggi che sembra saltino fuori dallo schermo da quanto sono tridimensionali. Insomma, l'impressione è che gli sceneggiatori siano persone che guardano la televisione e che conoscono i meccanismi di quel tipo di scrittura (non è una cosa così scontata, purtroppo). E si sono lanciati anche in puntate che mi hanno ricordato un po' dei capolavori, come per esempio la 1x06 in cui i nostri sono stati arrestati e la vicenda si snoda all'interno del carcere in un tempo limitato con tutti i personaggi presenti (per la maggior parte, diciamo che non rientra del tutto in quel genere di episodi che io chiamo Breakfast Club, come il film con Molly Ringwald, e cioè in sostanza una sorta di unità di tempo e luogo).
E poi, finalmente, siamo liberi di affezionarci a personaggi negativi. Ora, sappiamo tutti che, romanzata quanto vuoi, la storia è avvenuta per davvero. Ma, pensandoci, nessuno si scandalizza guardando Boardwalk Empire, per cui, perché dovremmo farlo con RC? E io credo che ci sia, dietro, un attentissimo lavoro sui personaggi, tanto che lo spettatore sa perfettamente che sono dei delinquenti ed è come se gli venisse detto “te li facciamo vedere come sono: sporchi, violenti, sanguinari, pure un poco ignoranti e sta a te decidere” e ovviamente, per quanto uno cerchi di star dalla parte del Commissario, finisce ovviamente per esultare ad ogni vittoria del trio. Poi, verso la fine della stagione, i veri cattivi diventano altri, l'asse un po' si sposta e ti senti un po' meno in colpa. Ma soprattutto, vogliamo parlare del Freddo?




Intelligente, spietato, onesto a modo suo, rigoroso, innamorato. È lui, l'Eroe. Quello con cui ci si immedesima. Non credo sia un caso il fatto che anche quelle scene molto cruente che lo vedono protagonista siano molto diverse rispetto a situazioni analoghe con altri personaggi: di loro viene mostrato il lato animalesco e, molto paradossalmente, reale. E lo spettatore tende a discostarsene. Quando è il Freddo ad uccidere, lo fa alla Pulp Fiction: praticamente, è fighissimo (quando, vestito di tutto punto, da il colpo di grazia al Terribile pugnalandolo al cuore e pulisce l'impugnatura del coltello con la cravatta? Ho applaudito. O quando tira fuori la lametta dalla bocca e sfigura lo sgherro del mafioso nel carcere? Lì ho pianto).
E poi, ama follemente una e una sola donna e non gli passa neanche per la testa di andar con nessun'altra. Certo, lei la guardi e pensi “dio mio i cesaroni” ma, insomma, alla fine funziona lo stesso.
Ecco, il Freddo è molto cinematografico. Credo molto più del Libanese (che ci va pure vicino quando mutandato gira per casa coperto di sangue).
Ma Romanzo Criminale funziona perché è cinematografico? Anche.
Funziona per tutta una serie di elementi incastrati fra loro in un meccanismo complesso e luccicantissimo e perché è, finalmente, un prodotto che sfrutta appieno le potenzialità del mezzo televisivo (continuity, trama orizzontale, verticale, approfondimento di personaggi, sottotrame, generi e toni diversi).
Quindi, in sostanza, c'è speranza per la televisione italiana?
No, dico, per noi precari dello spettacolo ormai costretti a fare tutt'altro, c'è speranza? Posso aspirare a scrivere una serie bella, in Italia? Spenderanno soldi per farne altre? Sarò in grado?
Se ci siete, battete un colpo.

2 commenti:

  1. Per chi in Italia gode di un buon segnale tv digitale
    terrestre, in chiaro su IRIS TV, lun 10 Gennaio p.v.
    21:09 ROMANZO CRIMINALE -- 1a puntata - 1 PARTE
    21:46 ROMANZO CRIMINALE -- 1a puntata - 2 PARTE
    22:16 ROMANZO CRIMINALE -- 2a puntata - 1 PARTE
    22:57 ROMANZO CRIMINALE -- 2a puntata - 2 PARTE

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  2. [...] analisi sul come interpretare l’immedesimazione dello spettatore per personaggi negativi (che era quello che volevo intendere io, ma sono riuscita solo a dire “il Freddo è un figo”). Nel caso [...]

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